Vino Amarone della Valpolicella: un prestigioso errore  

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Vino Amarone della Valpolicella

La Valpolicella è un territorio situato a nord di Verona, vicino al lago di Garda. Si tratta di un territorio collinare, caratterizzato da dolci declivi e verdi vallate. Sulle colline, da secoli, si coltivano a perdita d’occhio ettari di vigneti. Il territorio è rinomato per essere il produttore unico di prestigiosi uvaggi autoctoni, utilizzati per produrre vini d’eccellenza. Ne è un esempio perfetto, il famoso vino Amarone della Valpolicella, un rosso passito secco DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) prodotto dai Fratelli Vogadori e acquistabile anche online, www.vogadorivini.it.

La produzione di questo vino non è molto antica. Conta poco più di 80 anni. Nonostante la sua “giovane” età, ha saputo subito imporsi sul mercato internazionale, grazie alle sue indubbie qualità organolettiche. Da quando l’Amarone è entrato a far parte della storia della Valpolicella, questo territorio si è fregiato di notorietà ed importanza. Certo l’Amarone non è l’unico vino ad essere prodotto in queste valli, ma sicuramente è quello che più di ogni altro, ha contribuito al suo enorme successo. 

Vino Amarone della Valpolicella: storia di un rosso d’eccellenza

Oltre ad essere un vino conosciuto ed apprezzato per la sua naturale superiorità qualitativa, l’Amarone vanta anche una storia molto particolare. La produzione è iniziata poco più di 80 anni fa e ha da subito riscosso un grandissimo successo. Si produceva e si produce tutt’ora come lo stesso uvaggio e le medesime tecniche produttive del Recioto, altro grande must del territorio. Nonostante questo, il risultato è molto diverso. L’Amarone è infatti un passito secco, fruttato e corposo.

È nato quasi per caso, a causa di un errore compiuto in buona fede. Durante la produzione del Recioto della Valpolicella, una botte venne dimenticata in cantina. Nel 1936, il capocantina Adelino Lucchese, allora dipendente della Cantina Sociale Valpolicella, ritrovò la botte abbandonata ormai da tempo. Decise di aprirla e assaggiarne il contenuto. Il suo raffinato palato da intenditore, gli fece subito capire di aver scoperto un tesoro inestimabile.

Vino Amarone della Valpolicella

 Quando Lucchese assaggiò il vino della botte, esclamò: “Questo non è un amaro, è un Amarone!”. Una frase diventata celebre e che in seguito sarebbe stata utilizzata per attribuire il nome al vino Amarone della Valpolicella. La prima etichetta di Amarone risale al 1938. Per la commercializzazione invece si dovette attendere il 1953. Nel 1968 invece è stato approvato il disciplinare e finalmente riconosciuto come DOC (Denominazione di Origine Controllata). 

Disciplinare

I disciplinari sono dei codici di Stato, che normano la produzione vitivinicola all’interno delle Denominazioni di Origine cui fanno riferimento. Devono riportare precise indicazioni in merito a:

  • zona di produzione
  • Base ampelografica (vitigni ammessi e loro percentuali)
  • Norme per la viticoltura (tra cui l’indicazione delle rese per ettaro)
  • Norme per la vinificazione (tra cui l’indicazione del titolo alcolometrico)
  • Tipologia e caratteristiche dei vini al consumo
  • Norme per l’etichettatura ed il confezionamento

Il Vino Amarone della Valpolicella non fa eccezione. All’interno del suo disciplinare sono indicati gli uvaggi ammessi per la produzione:

  1. Corvina Veronese (Cruina o Corvina) dal 45% al 95 %; è tuttavia ammesso in tale ambito la presenza del Corvinone nella misura massima del 50%, in sostituzione di una pari percentuale di Corvina
  2. Rondinella dal 5 % al 30 %

Possono concorrere alla produzione di detti vini, fino ad un massimo del 25% totale le uve provenienti dai vitigni:

  • a bacca rossa non aromatici, ammessi alla coltivazione per la provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1), nella misura massima del 15%, con un limite massimo del 10% per ogni singolo vitigno utilizzato
  • classificati autoctoni italiani ai sensi della legge n. 82/06, art. 2, a bacca rossa, ammessi alla coltivazione per la Provincia di Verona di cui al Registro nazionale delle varietà di viti approvato con DM 7 maggio 2004 (GU n. 242 del 14 ottobre 2004) e successivi aggiornamenti (allegato 1), per il rimanente quantitativo del 10% totale.

 Produzione

Vino Amarone della ValpolicellaL’Amarone è quindi prodotto usando le uve appassite di Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e Negrara. Le uve sono raccolte manualmente in cassettine di legno ad inizio settembre e poi lasciate a riposare fino a gennaio-febbraio. In questo periodo gli uvaggi perdono l’acqua contenuta negli acini, che evapora in modo del tutto naturale. La perdita di acqua comporta, di conseguenza, una drastica perdita di peso. Il vino che se ne ricava presenta quindi un’elevata concentrazione zuccherina e può resistere oltre vent’anni.

La maggiore concentrazione di zucchero porta ad ottenere un vino strutturato e corposo, dalla gradazione alcolica superiore. Questa tecnica prende il nome di “appassimento” e prevede la riduzione, o l’eliminazione totale dell’acqua contenuta negli acini d’uva. La disidratazione avviene in modo del tutto naturale. L’acqua evapora, gli zuccheri si concentrano e si dice che l’uva è soggetta a sovramaturazione. Questa porta a concentrare gli zuccheri, gli acidi organici, i Sali minerali e i profumi. Con la tecnica dell’appassimento, si producono quindi i vini passiti.

Il vino Amarone della Valpolicella è fatto poi fermentare lentamente in vasche di acciaio e affinato in botti di rovere francese. L’affinamento in barrique francesi da 225 litri dura circa 24 mesi. Successivamente il vino è imbottigliato e rimane ad affinare per altri 12 mesi. Quest’ultimo passaggio conferisce al vino eleganza e complessità.

Come abbinare l’Amarone

Strutturato, elegante e corposo non ha bisogno di particolari presentazioni. L’Amarone è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo da migliaia di appassionati. Per gustarlo al meglio non ha bisogno di specifici abbinamenti, perché si presta molto bene in abbinamento con moltissimi piatti. È ottimo come vino da meditazione, gustato da solo tira fuori il meglio di sé grazie ai forti sapori e agli intensi profumi.

Prima di consumarli è consigliata la decantazione per qualche ora, in modo tale che il vino possa prendere aria e si esprima al meglio durante la degustazione. L’Amarone si abbina perfettamente con:

  • formaggi stagionati (Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Monte Veronese)
  • piatti a base di carni rosse (agnello, cinghiale, selvaggina, vitello)
  • carne di cavallo e risotti
  • cacciagione di pelo nobile
  • brasati