La sanificazione ambienti è un processo indispensabile al trattamento di aree interne ed esterne, che garantisce pulizia, igiene e disinfezione da virus, batteri, funghi e spore. Con il diffondersi della pandemia da Coronavirus, il trattamento di sanificazione ambientale periodica è stato regolamentato e reso obbligatorio. Il Governo, con la Circolare n°5443 del 20 febbraio 2020 ha stabilito le norme da seguire per una corretta pulizia quotidiana e una sanificazione ambientale periodica, ma costante nel tempo. Nella Circolare l’Esecutivo ha stabilito le procedure da seguire, i DPI (dispositivi di protezione individuale) da indossare durante i trattamenti e il sistema di smaltimento dei rifiuti pericolosi a fine procedura.
Circolare n°5443 del 20/02/2020
La Circolare ha previsto una serie di interventi straordinari per il contenimento del virus Covid-19. Nelle specifico riporta:
“… gli operatori avranno cura di pulire le attrezzature con disinfettanti a base di cloro
o alcol e di eliminare i dispositivi di protezione individuale (DPI) monouso secondo la normativa vigente, e di provvedere alla sanificazione dei DPI riutilizzabili. Le rispettive amministrazioni provvedono alla pulizia giornaliera e sanificazione periodica dei locali seguendo le indicazioni della circolare del Ministero della Salute n. 5443 del 22 febbraio 2020 e del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto il 14 marzo 2020. Nel caso di presenza di una persona con COVID-19 all’interno dei locali del comando, si procede alla pulizia e sanificazione dei suddetti locali secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute nonché alla loro ventilazione”
La normativa è piuttosto precisa materia e specifica che i trattamenti di sanificazione ambientale periodica, non dovranno essere “spot”, ma costanti nel tempo.
Dispositivi di protezione individuale: quali sono e perché è necessario indossarli
La stessa Circolare ha stabilito che tutti gli operatori della sanificazione (ma non solo loro), nello svolgimento delle loro mansioni devono obbligatoriamente indossare i DPI.
Il D.Lgs. 475/92: l’art.74 definisce i DPI come:
“Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”.
I DPI vengono classificati in tre diverse categorie, in ordine crescente a seconda del grado di rischio connesso all’attività lavorativa.
- Prima
- Seconda
- Terza
Della prima fanno parte tutti i dispositivi di protezione individuale per attività dal livello di rischio basso. Nella seconda invece rientrano quelli legati ad attività dal rischio significativo. Infine nella terza ed ultima categoria rientrano i DPI che proteggono, da danni gravi o permanenti, la salute o dal rischio di morte.
Ed è proprio alla terza categoria che appartengono i filtranti, gli isolanti, quelli previsti contro le aggressioni chimiche, contro le cadute dall’alto e persino quelli che proteggono dal rischio elettrico.
Estendendo il concetto di DPI non solo all’ambito della protezione da Coronavirus, questi indispensabili strumenti di protezione, possono essere classificati in base alla tipologia di protezione:
- arti superiori
- arti inferiori
- occhi e viso
- udito
- capo
- vie respiratorie
- corpo e pelle
- cadute dall’alto
- visibilità.
Sanificazione ambienti e smaltimento dei rifiuti pericolosi
Una volta che il trattamento di sanificazione ambienti è terminato, è necessario che i DPI utilizzati durante il processo, siano smaltiti adeguatamente.
Mascherine, guanti monouso, camici a manica lunga monouso, ecc… Tutto, alla fine del trattamento di sanificazione ambienti deve essere smaltito come “rifiuti speciali, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie, che come rischio risultano analoghi ai rifiuti pericolosi a rischio infettivo”( così definiti e disciplinati dal D.P.R. 254/2003)
Questi rifiuti richiedono una serie di precauzioni per la movimentazione e il riconoscimento
Ad esempio devono essere movimentati all’interno di appositi imballaggi a perdere, anche flessibili, recante la scritta «Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo» e il simbolo del rischio biologico. Il colore dell’imballo deve essere riconoscibile da tutti gli altri rifiuti. Inoltre gli imballi devono essere resistenti ad urti ed eventuali sollecitazioni provocate durante gli spostamenti.
Conclusioni
La sanificazione ambienti è una procedura doverosa per la tutela della propria salute e la salvaguardia del benessere delle altre persone. É un atto obbligatorio, ma allo stesso tempo necessario per garantire tranquillità e sicurezza non soltanto sui posti di lavoro.