Esiste una netta differenza tra barman e bartender, sia per formazione che per competenze e ambito lavorativo. Secondo una ricerca dell’Istituto Italiano Sommellerie, solo il 35% dei professionisti che lavorano nei locali può essere definito bartender, possedendo i requisiti formativi e le abilità richieste. Il restante 65% ricopre il ruolo di barman con competenze più vicine al servizio.
I bartender, grazie a percorsi accademici e attestati di alta formazione, possiedono conoscenze approfondite in chimica applicata, botanica e tecniche avanzate di miscelazione. Ciò gli permette di lavorare come veri e propri mixologist in locali specializzati come cocktail bar o clienti esigenti del settore come produttori e distributori di prodotti d’eccellenza, come nel caso di RENA 41 www.rena41.com, dove possono creare esperienze di mixology uniche attraverso l’utilizzo di gin premium nella composizione di signature cocktail.
I barman, invece, tendono a operare in contesti dove è richiesta un’ottimizzazione dei processi operativi, come hotel e ristoranti. Svolgono dunque un ruolo più incentrato sul servizio veloce che sull’aspetto creativo. Questa differenza sostanziale ha delle ricadute anche in termini di responsabilità e retribuzioni.
La distinzione formativa e professionale tra le due figure rimane pertanto molto marcata nonostante operino nello stesso settore, quello della somministrazione di bevande.
Differenza tra barman e bartender: Formazione
Dal punto di vista formativo, barman e bartender presentano profili professionali ben distinti, sia per quanto riguarda i percorsi accademici che per le specifiche competenze tecniche acquisite.
Il barman tradizionalmente accede al ruolo attraverso corsi brevi di formazione professionale che abilitano prevalentemente alla preparazione e somministrazione di bevande, caffetteria e banconi. Il suo agire è orientato principalmente all’efficienza nei volumi di lavoro.
Il bartender, invece, intraprende studi biennali o triennali presso accademie e scuole di alta formazione enologica e di ospitalità. Il piano di studi, oltre alle basi di accoglienza e miscelazione, approfondisce aspetti manageriali, delle tecniche avanzate e della project management application. Particolare rilievo assume lo studio della chimica applicata alle preparazioni, della botanica e della storia della mixology.
Tali background accademici permettono al bartender di padroneggiare in modo superiore tecniche come l’alta cucina molecolare, la distillazione, la creazione di signature cocktail e l’impiattamento estetico. Egli svolge, di conseguenza, un ruolo più specialistico, di consulenza e di valorizzazione del brand del locale.
La diversa impostazione formativa fa sì che barman e bartender operino in contesti distinti, seppur convergenti nell’obiettivo di offrire un’esperienza di miscelazione di qualità.
Differenza tra bartender e barman: Competenze
In base alla diversa formazione, barman e bartender sviluppano competenze specifiche per lo svolgimento delle proprie mansioni.
Il barman risulta più abile nella preparazione e somministrazione veloce delle bevande, nella gestione ottimizzata delle scorte e nella pulizia e manutenzione delle attrezzature secondo standard HACCP. È inoltre capace di coordinare efficacemente un team durante i picchi di lavoro.
Il bartender, grazie agli studi accademici, eccelle invece nella creazione e nell’esecuzione di ricette anche complesse tramite l’utilizzo raffinato di strumentazioni e tecniche avanzate quali infusi, distillati e tecniche di estrazione. Sviluppa inoltre capacità di consulenza sugli abbinamenti cibo-bevande e di intrattenimento della clientela attraverso la narrazione delle proprietà organolettiche di distillati e botaniche. Altre skill peculiari sono la formulazione di signature cocktails e l’ideazione di menù stagionali. A livello gestionale, programma con autonomia l’approvvigionamento degli ingredienti e la formazione del personale. Pertanto, il bartender svolge un ruolo più specialistico di mixologist mentre il barman si focalizza soprattutto sull’efficienza del servizio.
Ambito lavorativo
Esiste una netta distinzione nell’ambito lavorativo di riferimento per barman e bartender. Il barman trova impiego prevalentemente in locali con un elevato volume di clientela, come bar all’interno di hotel, ristoranti, pub e discoteche. In tali contesti operativi è richiesta un’ottimizzazione dei processi per soddisfare un’alta domanda.
Il bartender, di contro, svolge la propria attività principalmente in cocktail bar, locali specializzati e ambienti lavorativi più rarefatti ed esclusivi, come rooftop bar di hotel di lusso o lounge private. In questi setting si dedica alla miscelazione sartoriale e all’attenzione verso il cliente singolo, senza la frenesia tipica di altre location.
Altri ambiti tipici sono bar in cui sono proposte esperienze interattive di mixology o eventi temporanei. Svolge inoltre consulenza per aziende del beverage. Pertanto, pur operando entrambi nel mondo della miscelazione, la differenza tra barman e bartender risiede nell’approccio (operativo vs esperienziale) e nel grado di specializzazione dei locali in cui si trovano ad agire. Ciò rispecchia perfettamente le diverse competenze e formazioni acquisite nel corso della loro esperienza professionale.